Si informa la cittadinanza che il Comune di Rocca di Papa ha adottato il un nuovo portale istituzionale, che presenta funzioni aggiornate e accessibilità maggiori rispetto al presente.
Su questo vecchio portale, sono consultabili solo informazioni e/o documenti antecedenti febbraio 2018. In caso di difficoltà di ricerca dei documenti, per garantire la massima trasparenza amministrativa, si invita a contattare gli uffici di competenza, che forniranno tutte le documentazioni richieste.

Itinerari

Considerata la particolare configurazione topografica del territorio e dell’abitato di Rocca di Papa, l’itinerario che si propone al visitatore parte dal punto più alto del territorio comunale: Montecavo (949 s.l.m.), per arrivare discendendo attraverso il paese, fino all’Abbazia di Palazzolo, sul lago Albano.
 Per una felice combinazione questo itinerario è anche “una discesa storica” attraverso i secoli, poiché dal latino e romano Monte Cavo (Mons Albanus) si perviene alle chiese e monumenti del secolo XVIII.
 
Il MONTE CAVO (m. 949 s.l.m.)
“Il Mons Albanus” centro religioso-politico della Lega Latina. Qui dove era il Tempio di Giove Laziale (Juppiter Latiaris) si riunivano i rappresentanti delle 47 Città della Confederazione Latina, per celebrare le “Ferie Latine”. Vi salivano i Consoli e Generali romani per celebrare i trionfi (Ovationes). Oggi sulla vetta sorge un massiccio fabbricato, già convento, eretto nel 1783 dal Cardinale di York poi osservatorio meteorologico e albergo. La vista tutt’intorno è estremamente bella e suggestiva: vi si domina quasi tutto il “Latium vetus” con in primo piano i due laghi vulcanici di Nemi e Albano.
 
LA FORTEZZA DEGLI ANNIBALDI
A maggio 2011 è stata inaugurato  il sito archeologico della Fortezza medievale, che domina il paese dall’alto. Quattro anni di scavi e un finanziamento regionale di 300 mila euro per riconsegnare alla città un sito archeologico di inestimabile valore e unico nel comprensorio castellano. La Fortezza di Rocca di Papa, fatta erigere sotto il papato di Eugenio III alla fine del XII secolo, conservò negli anni un ruolo prettamente difensivo, fino alla metà del XVI secolo, quando se ne ascrisse la demolizione, voluta dal Pontefice Paolo III Farnese. Iniziò così un costante processo di spoglio a causa dello sfruttamento dell’impianto come cava di materiali da costruzione per l’espansione del paese, assieme a un graduale processo di perdita d’identità del monumento. L’ultimazione dei lavori di recupero, eseguiti dalla Socore, con il contributo scientifico dell’architetto Giancarlo Guzzardi e dell’archeologo Emanuele Nicosia, hanno riportato alla luce e reso fruibile le strutture originali dell’antico fortilizio, insieme a numerosi reperti ceramici e bellici risalenti alle antiche famiglie degli Annibaldi, e poi dei Colonna, tra cui una spada e una cotta.
 
LA VIA SACRA
Il Fondi ci dice che qui a Rocca di Papa c’è “La più vecchia e la più nobile delle vie d’Italia” (E. Fondi). Essa è l’antica strada albana, poi lastricata dai Romani e detta “sacra” perché conduceva al Tempio di Giove Laziale, dove appunto si celebravano le ferie latine e i piccoli trionfi. Il lastricato di essa dal punto d’incrocio con la strada moderna fin quasi sulla cima del monte, è assai ben conservato con poligoni di selce e i margini e le crepidini di peperino ed ha una larghezza di m. 2,65.
 
PRATO FABIO
Scendendo lungo la Via Sacra da Monte Cavo si perviene a Prato Fabio. E’ questa una zona archeologica non ancora messa in evidenza. Alcuni studiosi  su questa rupe elevata del Prato Fabio collocano L’ACROPOLI DI ALBALONGA (sub Albano monte posita T.Liv. L. 1,3). Questa tesi si fonda e trova motivi di certezza nella storia e nella topografia del luogo, il più corrispondente di certo in quanto vicino al comune Tempio Laziale sul M. Albano, “ove si effettua, si consolida e si evolve il patto sacro della Confederazione dei pagi unitamente alla virtù, al carattere e alla evoluzione della gente latina”.
 
QUARTIERE BAVARESE
Rocca di Papa è quello dei Castelli Romani che più mantiene  l’impronta medievale. Aggrappate alla rupe sottostante la Fortezza, rustiche casette sono state costruite dai soldati bavaresi di Ludovico il Bavaro nel 1328. Questa parte alta di Rocca di Papa, estremamente pittoresca per vicoli, casette, antiche scalinate, era il loro presidio ed è chiamata tutt’ora “quartiere dei  Bavaresi”.
Tutto il centro storico è disseminato dai caratteristici murales, raffigurazioni pittoriche frutto di una lunga tradizione artistica della città di Rocca di Papa.
 
CHIESA DEL CROCIFISSO
Fu la primitiva chiesa parrocchiale di Rocca di Papa eretta sotto il pontificato di Urbano VIII (1623-1644). Essa raggiunse il massimo splendore nei primi anni del sec. XVII come si può dedurre dalle opere che vi erano custodite e che nel 1745 vennero trasferite nella chiesa parrocchiale dell’Assunta.
A seguito di ciò la chiesa del Crocifisso andò in rovina fin quando nel 1865, grazie soprattutto all’aiuto finanziario dello scultore tedesco Teodoro Guglielmo Achtermann essa fu restaurata.
Achtermann volle anche adornare la chiesina con diversi suoi “gessi” che tutt’ora vi si conservano  - - una Madonna con il Bambino in braccio di grandezza naturale;
- una mezza figura di “Ecce homo” pure di grandezza naturale;
- un modellino del gruppo della Pietà;
- due rilievi, uno con la scena della Crocifissione, l’altro con il Cristo deposto.

 
SANTUARIO DELLA MADONNA DEL TUFO
Le origini del santuario
della Madonna del Tufo, come tramanda la tradizione, risalgono
ad un fatto avvenuto nel 1490: dal Monte Cavo, si
staccò un masso del peso di 150 quintali, e stava per investire
un viandante. Questi pregò la Vergine Maria che gli
salvasse la vita, e il masso si arrestò all’istante, senza colpirlo.
L’uomo, in segno di ringraziamento, fece costruire
una chiesa di piccole dimensioni, nella quale fu posto il
grande masso, su cui il pittore Antoniazzo Romano dipinse
l’immagine della Madonna.
Ubicazione: via Ariccia 1.

 P.ZA VECCHIA – P.ZA GARIBALDI – P.ZA DEL DUOMO
Scendendo dal Crocifisso lungo i caratteristici vicoli è molto bello e suggestivo passare per queste tre piccole piazze adornate da altrettante artistiche ed antiche fontane (XVII sec.).
 
DUOMO ARCIPRETALE DELL’ASSUNTA
Eretta nel 1664 – 1754 sul progetto di Antonio Del Grande, crollata nel 1814 e ricostruita (1815-45) su disegno di Domenico Palmucci; facciata neoclassica di L. Bracci ad un ordine dorico e con campanili laterali. Interno a croce latina ad una navata. Nella prima cappella destra, “PIETA’”, gesso di Guglielmo Teodoro Achtermann che dimorò a lungo a Rocca di Papa dove soggiornò fino alla morte, avvenuta a Roma nel 1884. (Il marmo è nella cattedrale di Munster). All’altare destro del transetto “S. Carlo Borromeo che comunica gli appestati”, del rocchigiano Domenico Toietti (1854); all’altare sinistro del transetto “l’Assunta” di Corrado Giaquinto (1739). Nella prima cappella sinistra (Battistero) sulla parete sinistra “Madonna col bambino” tavola di scuola senese del 1300.
Sulla parete destra “Madonna col bambino” su tela a olio, di autore ignoto del 1500. La vasca Battesimale (1490) è una coppa di marmo posta su una colonnina anch’essa marmorea e adorna di scanalature. Incassato nella parete destra, attualmente adibito a custodia degli oli sacri vi è un interessante ciborio di marmo bianco del 1517. Al centro è il piccolo tabernacolo a forma di nicchia, sormontato da una lunetta e con uno sportello di bronzo, ove è scolpita a rilievo la figura del Cristo. Due pilastrini adorni di candelabri fiancheggiano il Tabernacolo. Ai lati dello sportello di bronzo stanno due Angeli in adorazione. E’ un buon lavoro di scultura romana del secolo XVI, tanto la parte marmorea come pure lo sportello di bronzo. La cornice superiore ed il timpano sono di legno. Nel fregio in basso la data A.D.NI  MDXVII I DECEM. (Nella Chiesa si conservano altre interessanti opere d’arte che sono descritte in apposito allegato).
 
ABBAZIA DI PALAZZOLO
Ecco un’altra attraentissima meta di escursione. Fu un piccolo palazzo (Palatiolum) nel quale facevano sosta i magistrati romani prima di salire al Tempio di Giove Laziale. Dista pochi chilometri dal centro di Rocca di Papa, sulla via dei Laghi, a picco sul lago Albano. Interessante il vecchio convento (ora residenza estiva del Venerabile Collegio Inglese) con la bella Chiesa e la vista amenissima del lago sottostante coronato dalle mole dei Palazzi Pontifici e dal civettuolo succedersi delle ville di Castel Gandolfo. Nel giardino una fontana attribuita al Bernini. Degno di ammirazione è un monumento sepolcrale della fine del I° sec. d.C., ritenuto una imitazione del mausoleo di Alicarnasso. Secondo il Riccy che minutamente ne descrive le forme è un “monumento unico nel Lazio, il più ragguardevole fra tutti gli antichi monumenti d’Italia”. Questa tomba si trova in alto nella rupe a picco, dentro l’orto del convento, visibile dalla strada; termina con una piramide a gradini e posti frontalmente , a rilievo, appaiono 12 fasci consolari, che fanno appunto attribuire questa tomba ad un console romano. La Chiesa ed il Convento hanno subito in epoche successive modifiche dalle loro linee originarie. Molte tracce dell’antico lustro della Chiesa sono visibili: avanzi di bifore, un vecchio portale con la croce astile nella lunetta ogivale, un portico seicentesco, un quadro di Antonazzo Romano assai deteriorato. La parte di un affresco del secolo XVII con le Sante Lucia, Chiara ed Elisabetta.
Nel corridoio a ponente della Chiesa un lavabo della fine del 1600 (nel guardaroba del monastero un armadio di pioppo del 1660). Tra il verde scuro dei cipressi, bello, pittorescamente suggestivo, appare il gruppo degli edifici: due campanili, una villa seicentesca costruita dal Card. G. Colonna sui resti della Villa Imperiale di Augusto si leva arditamente incastonata sulle rupi.
Ovunque il panorama è stupendo sia dalla Villa del Cardinale che dal piazzale antistante la Chiesa, come pure dal Belvedere aperto opportunamente sulla Via dei Laghi.
Palazzolo fu onorato dalla presenza di S. Francesco di Assisi e di S. Bonaventura, di S. Diego e di numerosi pontefici come Pio II, Sisto IV, Alessandro VII, Benedetto XIV, Pio IX e Clemente XI e Giovanni Paolo II.
 
La funicolare di Valle Oscura venne poi smantellata ed il 28 luglio 1932 fu inaugurata la funicolare elettrica, che collegava la stazione di Valle Vergine (detta anche Anello) con piazza Margherita; rimase in funzione fino al 15 dicembre 1963, per poi cedere il passo ai nuovi mezzi di trasporto. La stazione superiore, ove ora è il capolinea degli autobus, ha ancora al suo interno una cabina della funicolare elettrica, che servì al trasporto dei passeggeri per oltre 30 anni. La cabina inferiore è andata parzialmente distrutta durante un incendio nel 2003. Allo stato attuale, sono in fase di studio alcuni progetti, finanziati da privati, per il recupero della funicolare.
 
Presso la frazione del Vivaro, meglio conosciuta come Pratoni del Vivaro, è presente la FISE, Federazione Italiana Sport Equestri che ospita annualmente gare internazionali di equitazione e che per la bellezza del territorio è stata scelta come mèta dalla Regina d’Inghilterra.

Il Museo Geofisico di Rocca di Papa è ospitato nella sede dell’Osservatorio Geodinamico, costruito nel 1886 per opera di Michele Stefano de Rossi, uno dei padri della moderna sismologia. Quello di Rocca di Papa è stato uno dei primi osservatori sismologici italiani, tutt’ora attivo. Situato a ridosso dell’antica Fortezza Colonna, in posizione panoramica e dominante sul vecchio centro storico, il Museo illustra l’idea e i dati scientifici che hanno portato alla modellazione dell’interno della Terra mediante exhibit, macchine ludiche, strumenti e documenti scientifici della geologia, geografia e fisica terrestre.
 

 
 
Lasciando la cittadina e dirigendosi verso Ariccia, si attraversa una strada che presenta un strano fenomeno ottico: la strada sembra in discesa mentre invece è in salita. Se si lascia una bottiglia di plastica sulla strada si ha allora la sensazione che essa invece di rotolare verso il basso salga. Il curioso fenomeno ha dato origine a voci di anomalie gravitazionali ma basta una comune livella per verificare la reale pendenza della strada.[81]